mercoledì 5 agosto 2009

"I libri della vita" di Gabriele Salvatores

"I libri sono un problema. Come le persone. E la vita. Uno splendido, affascinante problema che non puoi fare a meno di affrontare, ma comunque un problema... Per prima cosa non potrai mai conoscerli tutti. A volte poi, li incontri nel momento sbagliato. Può anche capitarti di non incontrare mai quello che era fatto per te.
In ogni caso, sia che tu ne trovi uno che ti accompagnerà per tutta la vita, che dormirà accanto a te, che viaggerà con te e ti aiuterà nei momenti difficili, sia che tu ti imbatta in un altro che ti aveva solo affascinato per l'aspetto esterno e che, una volta spogliato dal suo vestitino di cellophane, si rivelerà vuoto ed inutile, in ogni caso lasceranno una traccia dentro di te.
E, come in amore, ti può succedere che, in un momento particolare della tua vita, tu incontri un libro che magari non è il più bello, il più profondo, il più affasciante e ricco, ma che è assolutamente giusto e importante per te in quel preciso momento. E questo incontro può cambiarti la vita.
Io avevo vent'anni, i capelli lunghi, ero iscritto a Giurisprudenza, ma suonavo in un gruppo e volevo fare teatro: ero indeciso se essere inquieto o seguire la strada che sembrava essere stata fatta per me. È stato un giorno di primavera del 1970, il giorno in cui ho incontrato On the road di Jack Kerouac.
Quel libro sembrava conoscermi, sembrava essere a conoscenza dei miei desideri e delle mie paure. Ci siamo capiti in un attimo, era come se ci fossimo già incontrati in una vita precedente. E del resto l'inquietudine, il romanticismo, il senso dell'amicizia, il desiderio di vita e di ricerca che quel libro contiene fanno parte dell'uomo in ogni epoca e in ogni latitudine...
Guido, io vorrei che tu e Lapo ed io fossimo presi per incantamento e porti in un vascel che ad ogni vento per mare andasse a voler vostro e mio, scriveva qualcuno molti anni prima di Kerouac, qui in Italia. Chatwin ha descritto molto bene l'istinto nomade che c'è in ogni uomo (e si può essere nomadi con l'anima anche restando chiusi in casa). La vita è come un ponte: attraversalo ma non costruirci mai una casa sopra, dice un antico proverbio indiano.
In quel giorno di primavera di 28 anni fa, Sulla strada si è presentato a me ricco di promesse, di conferme e di idee per il futuro. Ho lasciato Giurisrudenza e mi sono iscritto a Lettere, ho continuato a suonare, i capelli sono diventati ancora più lunghi e ho cominciato a fare teatro e a confondere il giorno con la notte...
Forse senza Keruac, oggi sarei un avvocato! So che non è il più bello, non il più colto, non il più originale, ma, come le persone (a volte) e la vita (quasi sempre) mi ha fatto innamorare.
E l'amore ti fa fare cose che non avresti mai pensato di fare."
(da Segnalibro - anno IV n.2 Marzo/Aprile 1999)

Conservo questo articolo sulla mia libreria dal 1999.
Ci sono giorni come oggi, talmente speciali nella loro normalità, in cui la matassa dei pensieri improvvisamente e senza motivo si sbroglia.
È a
llora che questo foglio ormai ingiallito mi chiama e torno a leggere le parole di Salvatores, contenta di averle conservate.
I libri, tutto nella mia vita è stato ed è scandito dai libri...

1 commento:

  1. Prima di tutto: Benevenuta! :)))
    E poi... un commento piccolo piccolo!
    Senza i libri, forse, non saprei vivere! ma, in attesa di trovare, scritto da qualcun altro, il libro fatto per me... me lo sto scrivendo da sola! Ed è una cosa divertente! ;DDD
    Ma faticosa! ;PPP
    ;)
    a.

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